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Davide Zugna

fotografo

con Davide ho lavorato numerose volte

verità rivelate. Lo potevo fare anch’io

Un numero molto grande di pensatori si è interrogato, da quanto l’uomo ha iniziato, appunto, a pensare a oggi, sul significato dell’arte. Serve o non serve? Se serve, a cosa serve? L’arte è uno spreco di tempo e ancor peggio, di questi tempi, di denaro impiegato in cose inutili? Filosofi ispirati da Heidegger, esistenzialista – l’esistenzialismo ritiene il valore dell’ – di nuovo, appunto – esistenza umana come fondante e cardine di riflessione – ritengono che l’arte sia il mezzo attraverso il quale la comunità e il singolo si esprimono e interpretano le cose della vita. Secondo gli esistenzialisti l’arte è capace non solo di manifestarsi all’interno di una cultura, ma di cambiarla dall’interno, rivelando mondi nuovi e interiori e permettendo la condivisione. Prima di Heidegger già Hegel proponeva l’arte come espressione di cultura e più in generale dello spirito dell’uomo, ritenendola l’attimo in cui la vita di un particolare individuo raggiungeva il suo apice rivelando la sua vera natura in un modo intuitivo. La nostra mente, quindi, ruota attorna all’arte da sempre, così come non smette mai di cercare di comprendere il significato dell’esistenza stessa. La domanda però è: l’arte è capace di produrre verità? Platone era convinto di no, Hegel di sì: in fin dei conti, artisti dell’Ottocento, l’epoca dei grandi filosofi tedeschi, sono stati capaci di mostrare il mondo in cui vivevano e non solo la sua rappresentazione allegorica o il mito. Il punto finale di questi due minuti di riflessione a fine giornata non è lo struggersi nel cercare di capire se l’arte possa rappresentare qualcosa con certezza, tratteggiando, almeno, una verità, ma se possa suscitare in noi emozioni tali da farci raggiungere una migliore e più completa comprensione della realtà e trasmettere conoscenza. “L’arte è una bugia che ci fa capire la verità, perlomeno quella che ci è dato di capire”. Picasso. “Lo potevo fare anch’io”, invece, è un bel libro di Francesco Bonami sull’arte contemporanea che mi è stato fatto conoscere, assieme a molto altro, negli anni in cui ho sfiorato l’arte muovendo i primi veri passi da fotoamatore; una lettura che consiglio.

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