“Il desiderio di lode è comune a tutti: l’uomo onesto si sente gratificato dagli amici non meno che l’uomo dissoluto dagli adulatori. La distinzione sta nel fine cui il piacere tende. I pittori mescolano colori brillanti e pigmenti, ed esistono certe medicine brillanti alla vista e che hanno un colore gradevole. Così anche le gentilezze degli amici oltre alla componente onesta e utile hanno in sé, come un fiore, la facoltà di dare gioia, e può capitare che si servano dello scherzo, dell’atmosfera conviviale, del vino e talvolta anche delle risate sciocche, come condimento per questioni più nobili e serie.
Il compito e il fine dell’adulatore, invece, è quello di cucinare e condire con elementi gradevoli qualche scherzo, azione o discorso che mira unicamente al piacere. Costui farebbe qualsiasi cosa pur di riuscire gradito, mentre il vero amico agisce sempre secondo giustizia, e quindi a volte risulta gradito e a volte no, anche senza volerlo. E comunque non se ne preoccupa, se considera la propria scelta come la migliore. Così, talvolta, l’amico, rallegrando il compagno con lodi e parole gentili, lo spinge a compiere il bene; quando invece è necessario un rimprovero, lo attacca con parole mordaci e franchezza vigile”.
[Plutarco]