Una volta l’anno è il 5 novembre. Il vento non soffia più; non così forte come negli anni passati, si è trasformato in una brezza di ricordi che accompagna la sera solo a volte. Di tanto in tanto, dove vivo, dopo il vento feroce e gelido, il sole splende basso sull’orizzonte nella mattina d’inverno: il cielo è così chiaro e pulito che, per qualche ora, lo sguardo può arrivare fino all’altra sponda occidentale di un mare italiano, e fino alle montagne. Fino alle Alpi. Non vivono a lungo, questi colori: poi il sole scalda la terra, sfuoca la lontananza, ma per quelle poche ore li ammiri tutti. Vedi molto lontano. Prima settimana di novembre: un anniversario. Primo giovedì di novembre, molti anni fa: un anniversario ancora più importante, quello di una serata conclusa dalla crema al whisky sull’orologio. Che serata meravigliosa. In realtà, non c’è più nessun anniversario; da tanto tempo sto scrivendo nuove storie in una vita diversa fatta di cose che non avrei immaginato di fare. ‘Ricorda ricorda il cinque di novembre’: suona anche divertente, la filastrocca, come una coincidenza, e non lo dimenticherò mai. Le immagini rimarranno con me per sempre. Ma è presente, e assente, allo stesso tempo: l’essenza della presenza in quelle immagini è l’assenza; Roland Barthes ancora una volta, per oggi. Filosofi e amore.