Se per caso un giorno o l’altro ti trovassi solo sai, senza una compagna che poi ti aiuta nei tuoi guai. E se poi il cielo blu si chiude all’improvviso su di te, e ti senti come un ladro che ha paura anche di sé, guardati allo specchio e guarda un poco, un poco intorno a te.
Reduce da un pomeriggio di considerazioni sulle pubbliche amministrazioni, sul diritto all’oblio dei dati speciali e sull’intrinseco potere dei funzionari in una società post borbonica o post asburgica che sia, m’imbatto nel post molto interessante di un amico. Le pubbliche amministrazioni hanno deciso di compiere un atto generoso e, anziché buttarli via, donare i loro vecchi personal computer ad altri enti pubblici o privati senza scopo di lucro che ne facciano richiesta. Molte aziende lo fanno da decenni, anche se la procedura, proprio a causa di lacci e lacciuoli statali, non è mai agevole, essendo in pratica nel nostro paese quasi illegale regalare. Fin qui bene: un passo avanti. Lette le modalità, m’imbatto nella pagina numero cinque del documento che, con riferimento a una nuova procedura che l’ente pubblico ha deciso di battezzare Phoenice ovvero Procedura Hardware Obsoleto ENtrate In Cessione a Enti (citazione: “The lauda ‘O Signor, per cortesia’ is a striking prayer that God will afflict the speaker with a long catalogue of diseases and other misfortunes in both life and death” – e mi viene in mente che l’animo poetico dell’autore del nome possa aver pensato alla nuova vita ridata ai preziosi oggetti elettronici, che rinasceranno dalle proprie ceneri), spiega come vengono gestite le situazioni di parità: “Al momento della formulazione della domanda attraverso l’applicativo Phoenice sarà necessario indicare 3 numeri diversi compresi tra 1 e 90. Un quarto numero sarà generato automaticamente dall’applicativo a partire dal Codice Fiscale del richiedente. Questi numeri serviranno per ordinare la graduatoria delle richieste aventi la medesima priorità. Essi saranno infatti confrontati con i primi quattro numeri del lotto estratti sulla Ruota Nazionale…”. Di colpo, mi sento più sereno.
Solo tu mi sai dare, cose vecchie sempre nuove da sognare. Mille volte tu lo sai, non è stato uguale mai.