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Davide Zugna

fotografo

con Davide ho lavorato numerose volte

Erase and rewind

Cause I’ve been changing my mind. Ci sono cose che ricordiamo per sempre e altre che dimentichiamo in un attimo. Non c’è certezza, naturalmente, in merito al meccanismo che il nostro cervello usa, ed esistono due scuole di pensiero su cosa si ricordi di più: l’una dice le cose peggiori, perché l’istinto di conservazione della specie tende a proteggerci e a farci ricordare che l’acqua bollente scotta, l’altra dice le cose più belle, perché ci rendono più felici e ci fanno resistere meglio quando incontriamo difficoltà. L’idea che siano i ricordi di episodi negativi a svanire per primi, contrariamente a quanto si pensa, è stata proposta già nel 1930: dopo una ricerca a campione, un gruppo di ricercatori pubblicò dati che parlavano di un 60 per cento di brutti ricordi scomparsi, contro un 40 per cento di cose belle dimenticate. Questi studi vennero riproposti negli anni Settanta, in modo più rigoroso (si propose ai partecipanti di tenere un diario e di scrivere delle emozioni più intense e dei ricordi che lasciavano, per un periodo più lungo); il campo di studio si estese poi a eventi casuali e si coinvolsero culture diverse da quella americana che era stata la base di riferimento per le prime ricerche, analizzando dieci nazioni, dalla Nuova Zelanda alla Germania al Ghana. Per farla breve, i risultati dei primi studi vennero confermati: i brutti ricordi sembrano per davvero andarsene più velocemente, e secondo i ricercatori questo ci aiuta a elaborare le emozioni e gli eventi negativi, e ad adattarci al cambiamento mantenendo viva la speranza di un domani migliore. C’è un gruppo di soggetti però, donne e uomini, che fa fatica a dimenticare: sono quelli in cui vengono riscontrati stati di depressione, e proprio questo potrebbe spiegare come mai chi ne soffre tende ad avvitarsi in una spirale che porta a vedere ogni giorno che passa come peggiore di quello precedente, anche se non è così. È per questo che uno dei metodi di sostegno, spesso di ausilio a una terapia, è quello di creare una mappa mentale dei ricordi belli, un percorso attraverso il quale si cerca di richiamare ogni giorno una sensazione positiva che chi sta male ha per davvero vissuto, e che lo fa sentire meglio, di settimana in settimana. Certi giorni sono sempre più difficili di altri; altri giorni diventano improvvisamente belli.

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